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al testo di Giulia Tubili
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Su un terreno pregno di ricordi,cadono frammenti di foglie,polvere fra le tue mani ormai esili e tremule
Il tuo viso solcato da saggezza e dolore…le lacrime ti rigano il volto smunto giocando poi fra loro nella tua barba canuta. Prendi il bastone e lo stringi forte: lo vorresti gettar via,ma ormai è parte d te; lo osservi svilito senza però lasciarlo andare,è il tuo unico muro e tu sei l’edera. Alzi i tuoi occhi velati di bimbo in cravatta(n.b. per chi non capisse no problem lo spiego) al cielo, sospiri taciturno e solo. C’è il sole , ma tu attendi quel manto coperto di bottoni d’oro sperando che ne salti uno per il tuo desiderio. Una lieve brezza ti carezza e ti arruffa,sulla tua panchina verde seduto stai. Segui i giochi gioiosi e il tuo sguardo brilla fiocamente. L’erba che ti solletica le candide caviglie ondeggia placida. Stanco e affamato raccogli le forze e ti incammini,dinoccolato e un po’ ricurvo nel il tuo lungo paltò ti avvolgi. Ad un tratto un tuffo al cuore: qualcuno dal basso ti tira per un lembo della giacca color tabacco. Una bimba rosea stringe un pugnetto , tu ti chini interrogativo. La fanciullina apre la piccola mano delicata in cui teneva una bambolina di pezza. Stupito la guardi,e lei te la porge senza parlare. Subito controlli nella tua tasca sul cuore e tiri fuori una moneta antica lucida quanto i tuoi languidi occhi. La bimba la prende e corre via. Ti porti le mani alla bocca;facevi una smorfia ch non ti riusciva da tanto tempo: un vero sorriso. |
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